Sebbene la musica e l’informatica sembrino due mondi lontani (uno fatto di emozioni e note, l’altro di logica e codice), questi due universi si intrecciano da decenni dando vita a strumenti, linguaggi e forme artistiche completamente nuove.
Il rapporto tra musica e informatica è in continua evoluzione, con nuovi sviluppi tecnologici che aprono nuove possibilità creative e applicative.
La computer music si evolve da una ricerca estetica ad un campo multidisciplinare che coinvolge arte, scienza e tecnologia.
In sintesi, l’informatica è un partner fondamentale per la musica, offrendo strumenti, tecniche e approcci innovativi per la sua produzione, elaborazione e fruizione.
Dagli anni ’50 ad oggi
Negli anni ’50, Max Mathews presso i Bell Labs, sviluppò “Music I”, uno dei primi software per la sintesi sonora, segnando l’inizio della “computer music“.
Inizialmente, l’uso dei computer per la musica era limitato dalla loro potenza e dal software disponibile, ma rappresentava un passo fondamentale verso la creazione di suoni e musica attraverso mezzi digitali.
Nasceva così la computer music, madre di tutto ciò che oggi chiamiamo produzione digitale. Con l’arrivo dei sintetizzatori, l’informatica ha permesso ai musicisti di creare una vasta gamma di suoni e timbri.
Con il passaggio dai tradizionali supporti di riproduzione musicale (dischi in vinile e nastri magnetici) a quelli digitali, alla musica è stato aperto un campo di infinite applicazioni offerto dall’informatica: un settore in sempre più rapido sviluppo e dall’espansione virtualmente illimitata.
Una delle prime tappe di questa trasformazione è stata la nascita del Compact Disc, il primo supporto musicale di grande diffusione a utilizzare la tecnologia digitale, introdotto per i vantaggi che esso offriva in termini di spazio di immagazzinamento di dati e durata del supporto.
Il CD visse due decenni di grande successo e rapida diffusione, ma attualmente è nella sua fase di declino, causato principalmente dall’avvento di Internet.
La diffusione di computer personali e la crescita di internet hanno portato a una vera e propria rivoluzione digitale nella musica.
Programmare la Musica
Sonic Pi, ad esempio, è un linguaggio pensato per l’educazione musicale e informatica insieme: con poche righe di codice puoi creare pattern ritmici, armonie, bassi elettronici.
Ma può diventare anche uno strumento da performance: artisti live coding si esibiscono scrivendo musica davanti al pubblico, come se il terminale fosse uno strumento.
Questo approccio mescola pensiero algoritmico e creatività, ed è una perfetta rappresentazione di cosa succede quando informatica e arte non solo si incontrano, ma si influenzano a vicenda.
Dietro le quinte dell’informatica
Anche se non scriviamo musica col codice, ogni volta che ascoltiamo una canzone in streaming, stiamo usando algoritmi complessi. Spotify usa modelli matematici per consigliare brani, riconoscere gusti e generare playlist personalizzate.
Come cambierà la fisionomia della musica?
Il settore informatico è in piena esplosione e sicuramente altre nuove e profonde mutazioni cambieranno nei prossimi anni la fisionomia della musica, in una variegata e stimolante fusione fra elementi di recentissima modernità e di secolare tradizione proseguendo una ricerca già iniziata negli anni Cinquanta con la musica elettronica.
Se i primi tentativi di imitazione dei suoni di strumenti tradizionali non potevano dare che risultati molto grezzi e insoddisfacenti, in questi ultimi anni la tecnica del campionamento, ovvero della registrazione di campioni sonori da strumenti reali sta raggiungendo risultati di grande interesse.